mercoledì 29 gennaio 2014

La Cantina VB

Via delle Rosine, 1
Tel. 011 8174321
Chiuso la domenica



VOTO FINALE: 7/8



 

ATMOSFERA [VOTO: 8]

Alla VB è come essere a cena da amici. L’atmosfera è vivace e informale, il personale cortese e sempre pronto al sorriso. A un isolato da piazza Vittorio, si compone di due sale, una più grande e caotica con classico bancone da bar e ampia vetrata affacciata su via delle Rosine, l’altra più piccola e raccolta, perfetta per gli amanti clandestini. Con il bel tempo, il piccolo dehors brulica di avventori fin dall’ora dell’aperitivo.

CUCINA [VOTO: 7]

La VB offre un’ampia scelta di vini, che è possibile degustare anche al bicchiere. Ma, nonostante si proponga come cantina, il suo vero pezzo forte è la buona cucina a prezzi più che onesti, con porzioni abbondanti e ingredienti freschi e di ottima qualità. Imperdibili la carne all’albese (sempre tenerissima e ben condita), la generosa battuta di fassone, il godurioso gnocco fritto con crudo e crescenza, i plin alla robiola. Tra gli antipasti, curiosa è l’insalata alle tre tome, mentre sono trascurabili le bruschette con tomino e acciughe o al pomodoro. I primi sono per palati forti (gnocchi di patate al raschera, troccoli gorgo e ‘nduja, ravioli ai funghi con castelmagno, agnolotti alla piemontese al ragù di salsiccia…). I secondi variano dalle costolette d’agnello alle polpette della nonna, dal sottofiletto alla piastra alla rustichella di galletto. Su tutti, regna sovrana la grissinopoli (vedi alla voce Piatto Forte).

STAFF [VOTO: 8]

Il titolare è figlio d’arte: sua mamma è la famigerata Brunilde della Maison di Chez Rinoo, ma lui - tranquillizzatevi - è di tutt’altra pasta. La sua efficiente aiutante, Tiziana, ha una dolcezza ruvida che conquista, oltre a forme generose auto-proclamate “Patrimonio dell’Unesco”. Tra un piatto e l’altro si ferma a fare due chiacchiere, una battuta, una risata. E intanto il vino scorre a fiumi.

PREZZI [VOTO: 8]

Tra i locali del centro di Torino, la VB vanta in assoluto il miglior rapporto qualità/prezzo. Con il menu da 16 euro puoi scegliere tra un paio di primi, un paio di secondi e due-tre contorni. In alternativa, il menu esposto su una lavagna gigante propone una varietà di piatti che consentono di cenare senza superare i 20-25 euro garantendosi un antipasto, un primo (o un secondo) e vino in quantità.

PIATTO FORTE

A furor di popolo, la grissinopoli. Una enorme milanese con impanatura a base di grissini sbriciolati. Una vera delizia che, per le sue dimensioni generose e la sua consistenza, è consigliabile gustare da sola.

PIATTO DEBOLE

Le bruschette: rimandate a settembre.

TOILETTE [VOTO: 7]

In ordine, discretamente pulita, spaziosa quanto basta. Infelice la posizione dei tavoli sistemati proprio a ridosso della porta.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

D’inverno non mancano mai le torte classiche, da quella con le mele a quella al cioccolato. D’estate, invece, i dessert latitano. Una coppa di fragole con gelato? Un dolce al cucchiaio semplice semplice, tipo un tiramisù? Una convenzione con la vicina gelateria di Marchetti?

domenica 26 gennaio 2014

Bazaaar

Via Stampatori 9/I (ang. Via Santa Maria) Torino
Aperto a colazione, pranzo, cena

 

VOTO FINALE: 6/7

 





ATMOSFERA [VOTO: 7]

Locale bonsai (tre-tavolini-tre più un tavolone da sei posti) a uno sputo da via Garibaldi, molto colorato, semplice, buono per la colazione, per uno spuntino a pranzo o per una cena informale. Il menu è scritto in pennarello sulla vetrina. D’estate ha il vantaggio di un ampio e tranquillo dehors.

CUCINA [VOTO: 6]

Luci e ombre. In genere la scelta è fra tre/quattro antipasti, un paio di paste fresche, un paio di creme, tre/quattro secondi. Esempi? Tomini al verde, flan di zucca con fonduta, acciughe al verde, carne cruda. Gnocchi alla bava (ben fatti), tajarin con ratatouille di verdure (scotti, slegati, insapori), zuppa di ceci. Tra le creme, molto abbondanti e servite con una pioggia di crostini, quella di castagne e cannella, quella di porri e patate, quella di cavolo rosso. Tra i secondi, salsiccia in umido con polenta, tomino al cartoccio con speck e prugne, pollo al forno. Tra i dolci della casa, gli esterofili possono trovare le celebri cupcakes, ma non aspettatevi le meraviglie della Magnolia Bakery.

STAFF [VOTO: 7]

Cortese e veloce.

PREZZI [VOTO: 7]

Abbordabili. Primi e creme a 7 euro, secondi a 8 euro, antipasti a 6 euro.

PIATTO FORTE

Il mix di antipasti, ottimo spuntino a prezzo contenuto (8 euro).

PIATTO DEBOLE

In Piemonte non è accettabile scivolare sui tajarin. Correre ai ripari, neh!

TOILETTE [VOTO: 7]

Minuscola, pulita.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Evitare l’esposizione di dolci e sandwich – anche per motivi igienici - a ridosso dei tavolini. Una piccola distrazione e si rischia, come accaduto in nostra presenza, di fare strike.

lunedì 20 gennaio 2014


Trattoria F.lli Bravo
Corso Moncalieri, 478 TORINO
Tel. 011 66 10 435
Aperto anche la domenica sera


VOTO FINALE: 8+




ATMOSFERA [VOTO: 9]

La trattoria dei fratelli Ruggero e Diego Bravo trasmette subito calore. Arredata con cura e gusto, si compone di tre sale e, d’estate, di un piccolo dehors sul trafficatissimo corso Moncalieri. Tovaglie a scacchi, candele, fusilli usati come ferma-tovagliolo. Clientela borghese, ogni tanto qualche VIP, atmosfera rilassata e romantica. Con il vantaggio di essere una delle poche trattorie torinesi aperte anche di domenica sera.

CUCINA [VOTO: 8]

Nomen omen. La cucina dei Bravo non delude mai. Materie prime di ottima qualità e preparazione sapiente. Il menu, sempre sfizioso, propone svariati piatti della cucina piemontese accanto a piacevoli incursioni nelle specialità di altre regioni. Si va dal vitello tonnato alla battuta di fassone, dai peperoni con bagna cauda alla zuppa di pesce. Primi invitanti (strozzapreti con pomodorini e salsiccia di Bra, agnolotti di brasato, gnocchi con carciofi e guanciale , troccoli con pesce spada, culurgiones sardi…) e secondi di sostanza (tagliata di manzo, filetto di fassone al pepe, spezzatino di fassone con polenta, orata al cartoccio…). E, per finire, deliziosi dessert come la coppa di crema al mascarpone con fragole e scaglie di cioccolato, il tortino di cioccolato con cuore caldo, i classici bunet, tiramisù, crema catalana, e perfino i gelati di Pizzo Calabro. Per gli amanti del cibo crudo, è possibile scegliere il menu degustazione di carne (15 euro) o il tris di pesce (20 euro). Carta dei vini esaustiva.

STAFF [VOTO: 9]

Supervisionato da Ruggero, che accoglie i clienti con professionalità e savoir-faire, tutto lo staff è squisito: veloce, preciso, cortese e sorridente senza essere lezioso.

PREZZI [VOTO: 7]

Con un antipasto, un primo, un dolce, acqua e un quartino di vino, si sta attorno ai 25 euro. Il menù degustazione a 29 euro ruota settimanalmente, con due assaggi di antipasti, un primo, un secondo e un dolce.

PIATTO FORTE

Il vitello tonnato dei Bravo, nella versione con nocciole, è un must.

PIATTO DEBOLE

Debolezze poche, solo qualche trascurabile margine di miglioramento (vedi alla voce tiramisù).

TOILETTE [VOTO: 8]

Pulita, profumata, accogliente.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Per pietà, stampate il menu del giorno! Eviterete ai poveri camerieri la pena di ripetere ogni cinque minuti la sfilza di piatti del giorno e darete ai clienti la possibilità di districarsi con calma tra le tante proposte.

domenica 12 gennaio 2014

Barnum – RistoBar popolare

Via Saluzzo, 23bis, 10124 Torino
Tel 333 425 4163
orario: Lu-Gio 18:00-02:00; Ve-Sa: 18:00-03:00
Chiuso la domenica.


VOTO FINALE: 6 ½




ATMOSFERA [VOTO: 6]

Il Barnum è per giovani alternativi, o che pensano di esserlo. Con l’eccezione di qualche rasta d’antan, l’età media non supera i 20 anni. Atmosfera da inferno dantesco (pareti rosso fuoco, luci basse, musica Old Wave), clientela eterogenea (secchioni imberbi, fuoricorso punk, coppiette allergiche al romanticismo), allestimento easy (tovaglietta di carta, bottiglie d’acqua di plastica, vino sfuso in caraffa).

CUCINA [VOTO: 6]

Cucina senza voli pindarici con qualità ondivaga. Su alcune cose eccellono (le porzioni pantagrueliche, la freschezza degli ingredienti, il menu che varia a seconda degli arrivi del giorno), su altre talvolta scivolano (la preparazione dei piatti, i condimenti, l’impiattamento). Sforzo creativo limitato al minimo per gli antipasti: burrata con prosciutto crudo, misto di freschi pugliesi (burrata, stracciatella fresca, provola affumicata alla griglia), misto calabro (capocollo, schiacciata, olive condite, nodini di fiordilatte, peperoni ripieni, melanzane sott’olio, ecc.), misto di tomini, caprino fresco con confettura di cipolle di Tropea, salsiccia cruda di Bra con crostini alla ricotta forte. Scarna la scelta di primi (polenta con stracotto al nebbiolo, gnocchi con fonduta di fontina d’Aosta, gli ottimi agnolotti di fassone in sugo d’arrosto con sfilacci di brasato). Maggiore varietà nei secondi, serviti sempre con un contorno: si spazia dal classico pollo al forno allo stracotto al nebbiolo, dalla cotoletta di vitello gratinata alla tagliata di fassone alla griglia. Singolari le polpette vegetariane caramellate al limone, più simili a enormi frittate. Non male i dolci, in genere giocati sulla frutta (torta di mele renette, cheese cake ai frutti di bosco, torta di pesche glassata con cioccolato e cannella…).

STAFF [VOTO: 7]

Personale dall’aria trasandata, genere centro sociale. Servizio senza fronzoli, ma cortese ed efficiente.

PREZZI [VOTO: 7]

Relativamente contenuti, in rapporto alle mega-porzioni. Gli antipasti vanno dai 6 ai 10 euro, se si esclude il misto da 12. Per i primi la spesa è tra i 6 e i 9 euro. I secondi non superano mai i 10 euro. Desserts a costi più che onesti, 4 euro.

PIATTO FORTE

Con lo stracotto al nebbiolo ci sanno fare. Azzeccatissima la scelta di utilizzarlo come ragù alternativo per gli agnolotti.

PIATTO DEBOLE

I contorni andrebbero curati di più. Le melanzane al rosmarino, per esempio, sono sciape, oltre che crude.

TOILETTE [VOTO: 4]

Il minimo indispensabile, sia a livello di arredi che di pulizia. Soffitto e pareti nere non aiutano.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Oltre la bufala c’è di più. Osare!
Al Gufo Bianco

Corso Dante Alighieri, 129, 10126 Torino
Telefono: 011 669 2577
Chiuso il sabato a pranzo e la domenica tutto il giorno.
 

VOTO FINALE: 6 ½







ATMOSFERA [VOTO: 6]

Molto formale, quasi d’altri tempi. Il personale accoglie i clienti alla porta, ripone nell’armadio i loro cappotti, li accompagna al tavolo, indica alle signore gli sgabelli appositamente inseriti tra una sedia e l’altra per potervi sistemare le borse. E poi il tocco di classe: una carta senza prezzi per le signore, accortezza (sessista, diciamolo) che fa gongolare un certo tipo di donna (mobile) e venire il mal di fegato a un certo tipo di uomo (ragno).

CUCINA [VOTO: 7]

Tipica piemontese con qualche piccola digressione sul pesce. Dal flan di topinambur con fonduta al peperone in bagna cauda. Dagli agnolotti ai tajarin. Dalla battuta al vitello tonnato. Ideale l’antipasto misto caldo, per provare di tutto un po’. Da non perdere il carrello dei salumi (ottima la salsiccia cruda) e quello dei formaggi. Tra i primi, si segnalano i ravioli di zucca al burro e amaretti e quelli ripieni di cernia. Per gli stomaci forti, da non perdere il fritto di cervella e carciofi. Chi ama il bollito, invece, faccia un salto il giovedì, da ottobre a marzo, per godere del Gran Carrello di Bollito Misto Piemontese. Buona la selezione di vini.

STAFF [VOTO: 8]

Molto cortese, cerimonioso. Grazie, prego, scusi, mi consenta. Tanti, encomiabili segnali di attenzione al cliente che in molti locali si sono persi. Al punto da sentirsi, talvolta, a disagio. Anche un po’ meno basterebbe.

PREZZI [VOTO: 5]

In tempi di crisi il Gufo Bianco non è certo il locale più indicato. Difficile stare sotto i 40-45 euro mangiando solo un antipasto, un primo (o un secondo) e il dolce.

PIATTO FORTE

Il carrello dei dolci. Tutti, dal primo all’ultimo. Tiramisù, torronata, spuma di zabaione e amaretti, cassata, bunet, gelatina di mandarini, torta Gianduja e tanto altro. Da crisi iperglicemica. Coccole infinite per carenti d’affetto.

PIATTO DEBOLE

Il Gufo scivola proprio su uno dei piatti principe della cucina piemontese, il vitello tonnato: la carne non è rosa dentro (sarà una scelta o un errore?) e la salsa ha quella leggera patina giallastra che si forma quando è preparata (o è stata tenuta scoperta) da un po’.

TOILETTE [VOTO: 8]

Pulita, in ordine.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Abbassare le luci per rendere l’atmosfera più intima. I colori e gli arredi, piuttosto freddi, non aiutano. Tanto vale puntare sugli effetti speciali.