giovedì 27 febbraio 2014

Osteria In Vino Veritas

Via Giulia Di Barolo, 50, 10124 Torino, Italia
Tel. 3470109214
Chiuso la domenica

 


VOTO FINALE: 6+

 

ATMOSFERA [VOTO: 7]

Luci da acchiappo, colori caldi, candele, locandine di vecchi film, gigantografie di calciatori, bottiglie di vino ovunque, alle pareti, sulla testa, nelle nicchie. Il locale è piccolo e molto frequentato (meglio prenotare). D’estate è piacevole cenare nel dehors, sul quel tratto di via Giulia chiuso al traffico, sempre pullulante di universitari tiratardi e musicisti improvvisati.

CUCINA [VOTO: 7]

Cucina mediterranea ruspante per gente di buon appetito e dallo stomaco forte. Gli antipasti sono quelli tipici da vineria (bruschette, salumi e formaggi, burrata, torte salate) con qualche timida variazione come l’insalata di carciofi o la carne cruda (ben condita). Fra i primi, da non perdere la loro specialità, le orecchiette di pasta fresca, preparate quotidianamente, da condire con sugo di polpette, ‘nduja, aglio/olio/acciughe/pangrattato (indigesta ma ghiotta!), pomodoro/basilico/ricotta salata, o con verdure di stagione. In alternativa, lasagnette al ragù d’agnello e carciofi, pappardelle al ragù di cinghiale, agnolotti di castrato o di zucca, zuppa dell’oste. I secondi variano dal brasato al barolo allo stinco con patate, dal bocconcino di cinghiale alle polpette al sugo. Chi non è cresciuto guardando Furia può farsi tentare dalla salsiccia di cavallo al forno. La carta dei dolci include i classici tiramisù, bonet, tarte tatin, e qualche diversivo come la meravigliosa e abbondante crema di zabajone e mascarpone (servita nel barattolo della conserva), il barolo chinato con cioccolato, il vin santo con dolcini. Caffè servito nella moka, per sentirsi a casa.

STAFF [VOTO: 5]

Il personale funziona solo d’inverno e se il locale è semivuoto. D’estate, quando anche il dehors si popola di avventori affamati, l’esperienza può rivelarsi snervante. I tempi di attesa si dilatano a dismisura, il servizio diventa quasi inesistente. Succede di aspettare il dolce per un’ora e mezza (orologio alla mano) o, in una torrida serata con 35 gradi, di ricevere l’agognata bottiglia d’acqua a metà cena. Di recente si è registrato qualche miglioramento, ma la strada è ancora lunga.

PREZZI [VOTO: 6]

Le osterie low cost sono un’altra cosa. Tuttavia, scegliendo con oculatezza, si riesce a stare sotto i 25 euro. Gli antipasti sfiorano anche gli 8 euro, i taglieri sono a quota 12 euro, i primi attorno ai 9-10 euro, i secondi fra i 7 e i 14. Dolci a 5 euro. Non hanno il bancomat (ancora?).

PIATTO FORTE

Il vero piatto forte erano le patate fritte tagliate a rondelle giganti, aromatizzate alle spezie, temporaneamente cancellate dal menu (perché???). In loro assenza, lo scettro va alle orecchiette aglio, olio, acciughe e pangrattato.

PIATTO DEBOLE

Gli agnolotti intristiscono, non per la qualità, ma per la quantità: cinque in tutto.

TOILETTE [VOTO: 5]

Nel cortile. Da minimo sindacale.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Oltre alle migliorie nel servizio, non guasterebbe un ripassino al vocabolario culinario. Sul menu si leggono perle come “ragout”, “tartetin”, “bounet”.

martedì 18 febbraio 2014


Piola da Celso

Via Verzuolo, 40
Tel. 011/4331202
Aperto a pranzo e giovedì, venerdì e sabato sera. Chiuso domenica


VOTO FINALE: 7+

 
 
ATMOSFERA [VOTO: 7]

Una piola autentica, schietta, gioiosa. A due passi dal mercato di corso Racconigi, entri da Celso accolto dal sorriso delle sorelle Elisabetta e Marina e ti senti subito a casa. Un’unica, accogliente sala dominata da un bel bancone traboccante di torte, fiori, souvenir. D’estate, un cortile trasformato in un delizioso dehors che neanche ti par d’essere a Torino. Il posto ideale per chi ha bisogno di essere coccolato nello spirito e nello stomaco. O per chiacchierare, bere, ridere, far baldoria con gli amici.

CUCINA [VOTO: 7]

Cucina casalinga, piatti semplici della tradizione piemontese, di buona qualità. Non a caso una famosa guida ha assegnato a Celso il meritato titolo di miglior piola del 2013. Il menu non esiste. Ti siedi, ordini una caraffa di vino della casa e aspetti che l’allegra famiglia ti rimpinzi di prelibatezze. Si comincia con una sventagliata di antipasti: la proverbiale insalata russa di Elisabetta, le melanzane grigliate con pomodori, olio e basilico, una magnifica carne all'albese, tomini e acciughe con doppia salsa (verde e rossa), i peperoni con salsa tonno e maionese o bagna caoda, il vitello tonnato, la giardiniera. I primi sono serviti in enormi tegami lasciati al centro del tavolo. Un trionfo di agnolotti (indimenticabili con il ragù di carote), gnocchi, tajarin (da bis quelli alle ortiche con sugo al pomodoro e rosmarino). Anche i secondi, tosti e abbondanti, variano continuamente: dagli involtini di pollo ripieni di spinaci e formaggio al vitello in salsa, dal bollito al brasato. In finale, se nel frattempo non sei esploso, i dolci di Elisabetta, adeguati alla stagione: sotto Carnevale trovi le bugie, d’estate le favolose pesche ripiene agli amaretti o il creme caramel, nei mesi freddi la torta di mele, la crostata con la marmellata fatta in casa o il classico bonet.

STAFF [VOTO: 7]

Nella gestione della piola è coinvolta tutta la famiglia. Poche formalità, servizio brioso e veloce. La vulcanica Elisabetta dirige il traffico con piglio e simpatia. La sorella Marina ha sempre un sorriso dolce per tutti. Celso, lo spassoso padrone di casa, s'aggira per la sala a raccontare aneddoti e a "tacchinare" le clienti carine. Le madamine allergiche ai doppi sensi e al linguaggio colorito vadano al Cambio, grazie.

PREZZI [VOTO: 8]

Una cena che lascia satolli e soddisfatti non supera mai i 25 euro. A pranzo si spende ancora meno.

PIATTO FORTE

L’insalata russa di Elisabetta. Mangeresti solo quella, a quintali.

PIATTO DEBOLE

Qualche margine di miglioramento sul bonet, talvolta più simile a un budino in busta.

TOILETTE [VOTO: 7]

D’inverno i freddolosi storceranno il naso perché è nel cortile, ma è sempre pulita e ordinata.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Non ascoltare i detrattori, che li vorrebbero più raffinati nella cucina e nei modi. I posti ruspanti come Celso andrebbero protetti come le specie in via d’estinzione.

domenica 9 febbraio 2014

Cibo Container – Bistrot in Gastronomia

Corso Guglielmo Marconi, 33, Torino
Tel. 011 650 6749
Orario: pranzo dalle 11,30 alle 15, cena dal giovedì al sabato dalle 18,30 alle 22,30
Chiuso la domenica



 

VOTO FINALE: 6/7

 


ATMOSFERA [VOTO: 8]

Locale delizioso (i provinciali direbbero “di design”) a un passo dal Valentino con la doppia veste di bistrot e di gastronomia take-away. Composto di due sale, una con ampio bancone-vetrina e l’altra con una sfilza di tavolini da cenetta a due. Pareti verde-rilassante, soffitti azzurro-cielo, parquet, tavolini-baule molto belli (e molto scomodi). Servizio informale, tovagliette e tovagliolo di carta, menu su lavagnetta. Stranamente deserto di sabato sera (a San Salvario?).

CUCINA [VOTO: 7]

Cucina di buona qualità con menu non particolarmente originale. A scelta dalla vetrina gastronomica o dalla carta. Tra gli antipasti si distingue il vitello al vapore con salsa tonnata, in alternativa a proposte più scontate come il prosciutto crudo con mozzarella o la paglierina di capra alla piastra. I primi sono sostanziosi. Ottimi gli gnocchi al gorgonzola e salvia con retrogusto al lime. Non mancano i tajarin, proposti con il ragu di carne, il risotto, in versione speck e mele, o la passata di verdure per i vegani. Tra i secondi, si va dal filetto di salmone al vapore alle uova al tegamino con riso profumato thailandese, dalla scottata di salsiccia di Bra alla tagliata alla piastra, fino al classico hamburger di fassona con patate al forno. In alternativa, si può scegliere uno dei piatti unici, come la carne cruda battuta al coltello, la bresaola con tomino di capra, la trippa alla parmigiana, la polenta concia o l’insalata Robi impreziosita da semi di zucca, pomodorini, melanzane grigliate, bresaola e paglierina di capra. Sempre che non vi allettino le novità del giorno direttamente dal banco gastronomia, come le polpette di baccalà o gli arancini di riso. Dolci convincenti. Menzione d’onore ai grissini.

STAFF [VOTO: 6]

Accoglienza da minimo sindacale. Cortesi, efficienti, ma pur sempre freddini.

PREZZI [VOTO: 6]

Il conto non è dei più economici. Con antipasto, primo, dolce e calice di vino si sfiorano i 30 euro a testa. I primi viaggiano tra i 7 e gli 8 euro, i secondi non superano mai i 10 euro (a parte la tagliata di fassone, 15), i piatti unici oscillano tra i 6 e i 9, i dolci dai 4 agli 8 euro.

PIATTO FORTE

Indimenticabile la ciotola di crema pasticcera in cui pucciare i biscotti di meliga.

PIATTO DEBOLE

Il baccalà non è un pesce facile da gestire e le polpette, alla fine, risultano stoppose.

TOILETTE [VOTO: 8]

Pulita e graziosa, come tutto il locale.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Qualche sorriso in più e qualche euro in meno (sul conto).