Trattoria d'Agata
Corso XI Febbraio 6/B
Tel. 011 5214745 – 328 2616354
Orario: dalle 20 alle 23. La domenica aperti anche a pranzo dalle 12 alle 15
Chiuso il lunedì
VOTO FINALE: 6/7
ATMOSFERA [VOTO: 7]
Piacevole oasi di pace a due passi da Porta Palazzo. Le due sale con le
volte in mattoni a vista sono curate e accoglienti, con luci basse e
pochi tavoli sistemati a distanza tale da garantire intimità. Nonostante
le tovaglie di carta e i bicchieri Ikea, l’atmosfera è formale, più da
ristorante che da trattoria.
CUCINA [VOTO: 7]
Una
cucina onesta e sincera. Carta esclusivamente a base di pesce e limitata
a pochi piatti, di ispirazione sicula con incursioni in altre regioni
di mare. Tra gli antipasti si distinguono gli ottimi bocconcini di
baccalà impanati e le deliziose polpette di palamita. In alternativa,
insalata polpo, finocchi e pistacchi, cozze ripiene, cannolicchi al
gratin, carpaccio di spada, couscous gamberi e melanzane. I primi
possono spaziare dai ghiotti paccheri con spada agli spaghetti con
gamberi e bottarga. Tra i secondi, la ‘mpanata di calamari e gamberi,
l’involtino di branzino alla siciliana, o l’imperdibile tagliata di
tonno alla piastra con confettura di cipolle rosse. I dolci della casa
sono tutti meritevoli. Su tutti, la tarte tatin estiva (con le pesche),
il croccante con zabajone e il tris di cannolini siciliani.
STAFF [VOTO: 7]
Personale molto cortese e discreto, sempre disponibile a raccontare i
piatti e consigliare i vini, prodigo nel rifornire continuamente acqua e
pane. Talvolta il meccanismo del servizio si inceppa e i tempi di
attesa si allungano.
PREZZI [VOTO: 6]
Per un cena a
base di pesce, i prezzi sono tutto sommato ragionevoli (siamo sui 30-35
euro a testa, se non si eccede col vino). Antipasti tra i 9 e i 13 euro,
primi a 11 euro, secondi a 16, dolci a 6 euro. In alternativa, il menu
degustazione da 45 euro (tre antipasti, primo, secondo, dolce, zibibbo,
caffè). Acqua, pane e bruschettine a volontà, offerti dalla casa.
PIATTO FORTE
Le polpette di palamita o di tonno sono un piacere che non vorresti
finisse mai, sia nella versione in umido che nella versione in carpione,
servita a temperatura ambiente.
PIATTO DEBOLE
Attenzione alla cottura della pasta! Le pappardelle, proposte alla
calabrese con polpo e olive nere, sono gustose ma andrebbero tenute
molto più al dente.
TOILETTE [VOTO: 8]
In ordine, pulita.
CONSIGLIO NON RICHIESTO
Brrrrr! Un paio di stufe in più, d’inverno.
lunedì 31 marzo 2014
mercoledì 26 marzo 2014
Osteria Bistrot del Castello
Via G. Grandi, 30 – Rivoli (To)
Tel: 011-9587648 - 338.9684742 - 334.5865886
Da giugno a settembre chiuso la domenica; da ottobre a maggio aperto anche domenica a pranzo
VOTO FINALE: 6+
ATMOSFERA [VOTO: 7]
In un vicolo ai piedi del Castello di Rivoli, un bistrot tranquillo, grazioso, elegante, con arredi classici e qualche guizzo di originalità, come il pianoforte bianco incastonato nel soffitto. L’età media è da circolo di bocce, ma può essere un’ideale rifugio anche per giovani coppie in cerca di intimità. Unica nota stonata, il profumo che permea il locale, non proveniente dalla cucina, come ci si aspetterebbe, ma da un erogatore di essenze: totalmente fuori luogo.
CUCINA [VOTO: 6]
La cucina del Bistrot non decolla mai. Le portate, presentate con cura, promettono molto bene, ma non lasciano traccia in fatto di sapori e sensazioni. Il menu spazia dalla terra al mare, con abbinamenti anche originali sulla carta (la carbonara con gli asparagi, la battuta di fassone con le puntarelle di catalogna…). Tra gli antipasti, una ricca insalata di gamberi e carciofi freschi con scaglie di parmigiano condita con limone e un flan di ricotta e radicchio, entrambi gradevoli ma non al punto da strappare l’applauso. Il risotto al lampone e passito di Pantelleria è molto invitante, ma il riso è quasi scotto e privo di un elemento di acidità: il risultato finale ricorda uno yogurt alla frutta. I tonnarelli alle vongole sono impreziositi da un delicato pesto alle cime di rapa, ma anche qui manca qualcosa che solletichi le papille. Con il dolce si recupera: la tarte tatin alle pere è succulenta, in versione con pasta sfoglia anziché brisé. Deludente il dolcetto delle Langhe che accompagna il pasto. Piacevole l’idea del pane carasau all’olio e pepe offerto a inizio pasto. Il pane, presentato in varie forme e contenuti (anche al cioccolato), è fatto in casa.
STAFF [VOTO: 7]
Il titolare, solo a gestire la sala, è serio e professionale. I tempi si allungano un po’, ma la cortesia compensa.
PREZZI [VOTO: 5]
35 euro a testa per un antipasto, un primo, un dolce e mezza bottiglia di vino risultano eccessivi a fronte di una cucina che non convince.
PIATTO FORTE
La tarte tatin in versione pasta sfoglia, servita con panna montata, invita al bis.
PIATTO DEBOLE
Ampi margini di miglioramento sul risotto.
TOILETTE [VOTO: 8]
Raffinata, pulita, con il tocco di classe degli asciugamani in spugna monouso.
CONSIGLIO NON RICHIESTO
La definizione “osteria” è fuorviante per il cliente, che si aspetta una cucina verace e low-cost. Perché avere paura della parola “ristorante”?
Via G. Grandi, 30 – Rivoli (To)
Tel: 011-9587648 - 338.9684742 - 334.5865886
Da giugno a settembre chiuso la domenica; da ottobre a maggio aperto anche domenica a pranzo
VOTO FINALE: 6+
ATMOSFERA [VOTO: 7]
In un vicolo ai piedi del Castello di Rivoli, un bistrot tranquillo, grazioso, elegante, con arredi classici e qualche guizzo di originalità, come il pianoforte bianco incastonato nel soffitto. L’età media è da circolo di bocce, ma può essere un’ideale rifugio anche per giovani coppie in cerca di intimità. Unica nota stonata, il profumo che permea il locale, non proveniente dalla cucina, come ci si aspetterebbe, ma da un erogatore di essenze: totalmente fuori luogo.
CUCINA [VOTO: 6]
La cucina del Bistrot non decolla mai. Le portate, presentate con cura, promettono molto bene, ma non lasciano traccia in fatto di sapori e sensazioni. Il menu spazia dalla terra al mare, con abbinamenti anche originali sulla carta (la carbonara con gli asparagi, la battuta di fassone con le puntarelle di catalogna…). Tra gli antipasti, una ricca insalata di gamberi e carciofi freschi con scaglie di parmigiano condita con limone e un flan di ricotta e radicchio, entrambi gradevoli ma non al punto da strappare l’applauso. Il risotto al lampone e passito di Pantelleria è molto invitante, ma il riso è quasi scotto e privo di un elemento di acidità: il risultato finale ricorda uno yogurt alla frutta. I tonnarelli alle vongole sono impreziositi da un delicato pesto alle cime di rapa, ma anche qui manca qualcosa che solletichi le papille. Con il dolce si recupera: la tarte tatin alle pere è succulenta, in versione con pasta sfoglia anziché brisé. Deludente il dolcetto delle Langhe che accompagna il pasto. Piacevole l’idea del pane carasau all’olio e pepe offerto a inizio pasto. Il pane, presentato in varie forme e contenuti (anche al cioccolato), è fatto in casa.
STAFF [VOTO: 7]
Il titolare, solo a gestire la sala, è serio e professionale. I tempi si allungano un po’, ma la cortesia compensa.
PREZZI [VOTO: 5]
35 euro a testa per un antipasto, un primo, un dolce e mezza bottiglia di vino risultano eccessivi a fronte di una cucina che non convince.
PIATTO FORTE
La tarte tatin in versione pasta sfoglia, servita con panna montata, invita al bis.
PIATTO DEBOLE
Ampi margini di miglioramento sul risotto.
TOILETTE [VOTO: 8]
Raffinata, pulita, con il tocco di classe degli asciugamani in spugna monouso.
CONSIGLIO NON RICHIESTO
La definizione “osteria” è fuorviante per il cliente, che si aspetta una cucina verace e low-cost. Perché avere paura della parola “ristorante”?
mercoledì 19 marzo 2014
Via Spano, 16
Tel. 011 3187993
Chiuso la
domenica
VOTO
FINALE: 7/8
ATMOSFERA [VOTO: 8]
Il gioiellino che non ti aspetti in una zona periferica
della città (Stadio Olimpico). Un’unica sala calda e accogliente, molto curata,
dominata dai colori giallo e azzurro, dove niente è lasciato al caso. Sui
tavoli allestiti con gusto, belle stoviglie, piantine di spezie e cestini di
pane nero e bianco fatto in casa.
CUCINA [VOTO: 7]
Cucina di sostanza, semplice ma non banale, preparata e
presentata con sapienza e servita in porzioni molto generose. Un matrimonio ben
riuscito tra Piemonte e Sicilia. Ecco, allora, il vitello tonnato accanto alla
spadellata di calamari e mazzancolle, il carpione alla piemontese accanto alle
delicate sarde a beccafico (accompagnate da una lussuriosa caponata di
melanzane), il flan di porri con fonduta accanto al pesce sciabola al forno. La
specialità della casa è la pasta con le sarde, imperdibile, ma il ricco menu
propone anche spaghetti alle vongole, strozzapreti astice e aragosta, un buon
risotto alla pescatora, gnocchi al ragù di salmone, i classici agnolotti al
sugo d’arrosto. Tanto pesce anche tra i secondi: su tutti, uno scenografico
fritto misto di baccalà, calamari, gamberi e carciofi. I carnivori trovano le
costolette di agnello alla milanese o la tagliata di manzo accanto a proposte
più insolite come il camoscio con polenta, le lumache alla parigina con cosce
di rana fritte, la trippa alla fiorentina. Contorno ideale, l’insalata di
finocchi, arance e cipolla rossa. Anche i dessert sono coi fiocchi: il top è la
cassata siciliana, accanto a classici come il bonet e la torta alle mele e ad
esperimenti come il tiramisù al mandarino. Su tutti domina lo zabajone caldo
preparato al momento, direttamente a tavola, con frusta e paiolo di rame:
superlativo! Da tenere d’occhio le serate a tema, come quelle sul salmone
selvaggio del Canada o sul bollito misto. Ottimo vino della casa. Menu
specifici per vegetariani e intolleranti al glutine.
STAFF [VOTO: 9]
Parole d’ordine: rigore e cortesia. Siamo lontani anni
luce dai ristoratori improvvisati delle zone trendy. Questa è gente che conosce
il proprio mestiere e lo fa con passione. Agli occhi attenti della titolare non
sfugge nulla. La cura del cliente è maniacale e i giovani camerieri sono
controllati a vista e ripresi immediatamente in caso di trascurabili
défaillance. Tante, piccole inattese coccole: la focaccia fatta in casa e un
assaggio di salame offerti prima dell’antipasto, l’invito ad una seconda
porzione di zabajone, lo zibibbo a fine pasto e, al commiato, l’omaggio di una
piccola pianta agli uomini e di fiori alle donne. Dove si è visto mai?
PREZZI [VOTO: 7]
I prezzi leggermente più alti della media sono
a
mpiamente compensati dalla qualità dei piatti e dalle porzioni decisamente
abbondanti.
PIATTO FORTE
La cassata siciliana con ricotta di pecora, in versione
senza pasta di mandorla e quindi meno stucchevole: da leccarsi i baffi.
PIATTO DEBOLE
Il vitello tonnato segue alla lettera la ricetta
classica, ma il risultato è da pranzo di nozze.
TOILETTE [VOTO: 9]
Profumata, pulita e curata. Collutorio e spazzolini
monouso a disposizione dei clienti.
CONSIGLIO NON RICHIESTO
Se
tenessero aperto la domenica sera, rasenterebbero la perfezione.venerdì 7 marzo 2014
Rosso Piccante
Via Galliari 24/b
Tel. 011 6599323
Aperto tutti i giorni dalle 7.30 alle 24
VOTO FINALE: 6 ½
ATMOSFERA [VOTO: 7]
A metà tra l’osteria e la bottega di prodotti tipici del Sud, Rosso Piccante è un locale minuscolo, accogliente, informale, che si contende i clienti con i vicinissimi Parin e Coco’s (solo due metri più in là). Pochi tavoli, arredo rustico, scaffali stracolmi di ogni meraviglia della cucina sicula, lucana, pugliese, campana, ma soprattutto calabrese. Musica nazionalpopolare in sottofondo e possibili esibizioni di pizzica e karaoke da parte di comitive alticce. Astenersi coppie in cerca di privacy.
CUCINA [VOTO: 6]
Cucina casereccia dai risultati altalenanti. Gli antipasti sono buoni e abbondanti, anche se non richiedono grandi capacità culinarie: salumi sublimi (su tutti, la soppressata), verdure sott’olio, olive piccanti, bruschette, formaggi stagionati e freschi (ottima la stracciatella). Alcuni primi sono soddisfacenti (i paccheri alla salsiccia), altri decisamente trascurabili (linguine alle sarde, vedi alla voce Piatto Debole). Tra i secondi eccellono le costatine di agnello. Con i dolci va molto meglio: ottimi il gelato di Pizzo Calabro e gli iperglicemici torroncini serviti con crema di pistacchi.
STAFF [VOTO: 6]
Il locale è gestito da un’affabile famiglia che si dà un gran da fare, anche se con modi poco ortodossi. Un briciolo di professionalità in più non guasterebbe.
PREZZI [VOTO: 7]
Restando sotto i 20 euro si portano in pancia un misto di antipasti, un piatto principale (primo o secondo), un dolce, acqua e vino.
PIATTO FORTE
L’antipasto misto di prelibatezze meridionali soddisfa occhi e palato.
PIATTO DEBOLE
Linguine alle sarde insipide, slegate e servite ormai fredde. Ma, soprattutto, dov’erano le sarde?
TOILETTE [VOTO: 6]
Dignitosa.
CONSIGLIO NON RICHIESTO
La pasta di Gragnano in un locale di impronta dichiaratamente calabrese? Provare i Fileja? O la pasta Gattuso? O il marchio Spighe Dorate
Via Galliari 24/b
Tel. 011 6599323
Aperto tutti i giorni dalle 7.30 alle 24
VOTO FINALE: 6 ½
ATMOSFERA [VOTO: 7]
A metà tra l’osteria e la bottega di prodotti tipici del Sud, Rosso Piccante è un locale minuscolo, accogliente, informale, che si contende i clienti con i vicinissimi Parin e Coco’s (solo due metri più in là). Pochi tavoli, arredo rustico, scaffali stracolmi di ogni meraviglia della cucina sicula, lucana, pugliese, campana, ma soprattutto calabrese. Musica nazionalpopolare in sottofondo e possibili esibizioni di pizzica e karaoke da parte di comitive alticce. Astenersi coppie in cerca di privacy.
CUCINA [VOTO: 6]
Cucina casereccia dai risultati altalenanti. Gli antipasti sono buoni e abbondanti, anche se non richiedono grandi capacità culinarie: salumi sublimi (su tutti, la soppressata), verdure sott’olio, olive piccanti, bruschette, formaggi stagionati e freschi (ottima la stracciatella). Alcuni primi sono soddisfacenti (i paccheri alla salsiccia), altri decisamente trascurabili (linguine alle sarde, vedi alla voce Piatto Debole). Tra i secondi eccellono le costatine di agnello. Con i dolci va molto meglio: ottimi il gelato di Pizzo Calabro e gli iperglicemici torroncini serviti con crema di pistacchi.
STAFF [VOTO: 6]
Il locale è gestito da un’affabile famiglia che si dà un gran da fare, anche se con modi poco ortodossi. Un briciolo di professionalità in più non guasterebbe.
PREZZI [VOTO: 7]
Restando sotto i 20 euro si portano in pancia un misto di antipasti, un piatto principale (primo o secondo), un dolce, acqua e vino.
PIATTO FORTE
L’antipasto misto di prelibatezze meridionali soddisfa occhi e palato.
PIATTO DEBOLE
Linguine alle sarde insipide, slegate e servite ormai fredde. Ma, soprattutto, dov’erano le sarde?
TOILETTE [VOTO: 6]
Dignitosa.
CONSIGLIO NON RICHIESTO
La pasta di Gragnano in un locale di impronta dichiaratamente calabrese? Provare i Fileja? O la pasta Gattuso? O il marchio Spighe Dorate
Iscriviti a:
Post (Atom)