lunedì 14 luglio 2014

Osteria Civassa
Via Castagnevizza 7, Torino
Tel. 011 3722941
Chiuso la domenica


 

VOTO FINALE: 7/8

 

ATMOSFERA [VOTO: 7]

Sorella minore (e più economica) del Ristò Civassa di via Martiniana, questa microscopica osteria a due passi dallo stadio Olimpico non è un posto per chi vuole tirarsela ma per chi vuole mangiare il pesce in città senza farsi spennare. L’atmosfera è familiare e un po’ anni Settanta per via di quelle pareti spatolate in color arancio smorto. Pochi tavoli attaccati uno all’altro (e pazienza per l’intimità violata), una ventina di coperti in tutto, tovaglie di carta, specchi, credenze, mensole. Viste le dimensioni e il successo, la prenotazione è d’obbligo.

CUCINA [VOTO: 8]

La semplicità che conquista con un menu di solo pesce. Porzioni abbondanti, piatti poco elaborati ma preparati con cura e materie prima di qualità. Sfiziosi gli antipasti, come il carpaccio di pesce crudo, le sarde gratinate alla siciliana o la finissima di polpo. Non mancano le ostriche, le cozze alla marinara e le capesante gratinate. Lussuriosi i primi: gli indimenticabili fusilloni freschi al ragù di pesce spada, gli spaghetti allo scoglio o con vongole veraci, i cavatelli alle sarde, il risotto con scampi, gamberi e porcini. Molto interessanti i secondi piatti: la classica zuppa di pesce, la grigliata mista, il gigantesco ma leggero fritto misto, gli involtini di spada e tonno alla mugnaia, la tenerissima tagliata di pesce spada o tonno, talvolta proposta in ottime varianti (con impanatura al sesamo o, ancora più ghiotta, in crosta di pistacchi), oltre agli immancabili branzini, orate e gamberoni. Attenti alle succulente proposte del giorno. Da non perdere i dolci, primi fra tutti il tiramisù e la magnifica coppa Piemonte con crema al mascarpone, savoiardi imbevuti nell'Amaretto e granella di nocciole.

STAFF [VOTO: 9]

Il titolare Elman trasmette calma e serenità, accoglie i clienti col sorriso ed un’educazione fuori dal comune. In sala sono tutti molto cordiali e attenti senza essere invadenti. Tempi d’attesa ridotti al minimo, talvolta al punto da non avere la possibilità di completare un paio di frasi prima che arrivi la nuova portata.

PREZZI [VOTO: 7]

Cenare a base di buon pesce senza superare i 30 euro non è impresa facile. L’onesta carta propone antipasti tra gli 8 e i 12 euro, primi tra gli 8 e i 14, secondi tra i 10 e i 18. Dolci low-cost a 4 euro.

PIATTO FORTE

I fusilli freschi con ragù di pesce spada sono da bis: perfetta la cottura della pasta, sublime il condimento.

PIATTO DEBOLE

Nella pasta con sarde, pinoli e finocchietto l’accostamento dei sapori è promettente, ma la realizzazione non convince.

TOILETTE [VOTO: 5]

Pulita ma scomoda, soprattutto d’inverno: occorre uscire dal locale, entrare nel portone accanto e raggiungerla nel cortile.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Qualche asterisco in meno nel menu (leggi: meno pesce decongelato).

mercoledì 25 giugno 2014

Le Ramin-e
Via Isonzo 64, Torino
Tel. 011 3804067
Orario: Lunedì - Sabato: 12:00-14:30, 19:30-22:00
Chiuso per riposo settimanale: sabato a mezzogiorno e domenica


 

VOTO FINALE: 7+

 

ATMOSFERA [VOTO: 7]

Piccola e accogliente osteria nel defilato Borgo San Paolo, con un bel bancone all’ingresso e dieci/dodici tavoli, mattoni a vista e paioli in rame alle pareti (le ramine, appunto) a scaldare l’atmosfera. Molto gettonato: meglio prenotare.

CUCINA [VOTO: 8 ½ ]

Il voto sarebbe 9, se le porzioni non fossero avare. Dopo 18 anni al Malan Locanda del Postale di San Germano Chisone, lo chef Steven delizia Torino con la sua cucina che sposa alla perfezione tradizione piemontese e creatività. Il menu, non molto ampio, cambia ogni quindici giorni proponendo prodotti stagionali e non è mai banale. Qualche esempio? Trota e zucchine in carpione, insalata di girasoli con quaglie, uova e polenta croccante, tortino di primule con fonduta di toma dolce della Val Chisone, gnocchi di patate e ortiche con asparagi, piselli e paglierina di Cercenasco, filetto di salmerino alle mandorle con duchessa di patate, rotolo di coniglio al caffè, faraona al marsala e verdure. E, udite udite amanti degli invertebrati, le lumache al burro ed erbe! Anche i dolci parlano piemunteis: dalla classica torta Zurigo di Pinerolo alla bavarese al genepi, dal tortino di mele piemontesi con crema al gratin di fragole e zabaglione al moscato. Ricco tagliere di formaggi con selezione di piccoli produttori locali.

STAFF [VOTO: 6]

Il vero punto debole delle Ramine è lo staff: lento nel servizio e poco incline al sorriso. Non si può dire che sia scortese, ma l’empatia con il cliente è un’altra cosa.

PREZZI [VOTO: 7]

A fronte della elevata qualità, i prezzi possono dirsi onesti. Il menu degustazione da 28 euro comprende in genere un paio di antipasti, un primo, un secondo e il dolce. Scegliendo dalla carta, antipasti a 9,50 euro, primi a 8,50, secondi a 13. Sopra la media i dolci (6 euro). Da provare il menu prandiale a 12 euro.

PIATTO FORTE

Lo zabaione freddo con i frutti di bosco è pura libidine.

PIATTO DEBOLE

Il contorno di funghi non è all’altezza della carne con cui sono serviti.

TOILETTE [VOTO: 5]

Tanto è gradevole la sala, quanto è squallido il bagno.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

La perfezione è a portata di mano: basterebbe aggiungere una buona dose di generosità nelle porzioni e nel calore umano.

lunedì 16 giugno 2014

Enoteca Parlapà
Corso Principe Eugenio 17, Torino
Tel. 011 436 5899
Chiuso la domenica


VOTO FINALE: 6 ½



ATMOSFERA [VOTO: 8]

A un isolato da piazza Statuto, il Parlapà (in piemontese: ma non mi dire!) è luminoso, caldo, accogliente, con tanti tavoli e sedie multicolori. Bella esposizione di vini alle pareti e in vetrina. E una chicca nel seminterrato: una vera cantina a vista con temperatura controllata.

CUCINA [VOTO: 7]

Astemi e vegani stiano alla larga. Al Parlapà si va per il vino e per la carne. Punto e basta. Tutto il resto è puro contorno. La cucina è di impronta piemontese, la presentazione curata, la ricerca di ingredienti di qualità si avverte in ogni piatto, anche se la preparazione non sempre è all'altezza e le porzioni sono poco generose. Tra gli antipasti spiccano le bistecchine in carpione, davvero ottime, accanto a classici come i peperoni con bagna caoda, l’insalata russa, gli sformatini di verdure, le acciughe al verde, la salsiccia fresca. I tentativi di originalità nei primi talvolta deludono: gli gnocchetti di ricotta gorgonzola e salsiccia sono troppo salati, nelle fettuccine il guanciale copre totalmente il gusto dei fiori di zucchine. I secondi sono un trionfo di macelleria: battuta al coltello, roastbeef, grissinopoli di vitello o di coniglio, tagliata, costata di fassone, arrosto di vitello all’Arneis. Discorso a parte merita il vitello tonnato, preparato alla vecchia maniera (senza maionese): apprezzabile la scelta, ma la salsa risulta allappante. Tra i dolci si segnala un delizioso zabaione freddo. Inutile dire che il pezzo forte è la carta dei vini, completa e vasta (ha più pagine del Decamerone). Notevole anche la scelta di distillati.

STAFF [VOTO: 6]

Cordialità forzata, un filo di supponenza, preparazione sui vini, qualche lentezza di troppo nel servizio.

PREZZI [VOTO: 5]

Prezzi medio-alti. Con un buon vino, si arriva in fretta a 45 euro a testa. Per saziare occhi e palato si consiglia il misto (15 euro) o il tris di antipasti (12 euro). Antipasti singoli a 8 euro, primi tra i 10 e i 12 euro, secondi tra i 10 e i 20, costata di fassone a parte (30 euro). Dolci a 5 euro.

PIATTO FORTE

Il misto di antipasti, delizia per occhi e palato.

PIATTO DEBOLE

La tarte tatin ha un bell'aspetto ma le mele non sono caramellate a sufficienza.

TOILETTE [VOTO: 7]

Pulita e in ordine.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Riordinare il menu: le portate e i relativi prezzi risultano poco chiari.

mercoledì 4 giugno 2014

Osteria del F.I.A.T.
Via Biglieri 2, Torino
Tel. 011 6962651


VOTO FINALE: 6/7


ATMOSFERA [VOTO: 7]

F.I.A.T. sta per Fate in Fretta a Tavola ma tutto, in questa graziosa Osteria nata ai bordi di periferia, rimanda all'omonima dirimpettaia che un tempo sfornava automobili. La 500 fa capolino ovunque: sulle tovaglie di carta, sulle pareti, nel menu (la specialità della casa si chiama così, non a caso). Contribuiscono all'allegro caos del locale una miriade di oggetti assemblati a caso: vecchi manifesti pubblicitari, souvenir di Torino 2006, macchine per cucire, telefoni, l’insegna Sali e Tabacchi. Simpatiche le T-shirt dell’Osteria e i biglietti da visita con lecca-lecca incorporato.

CUCINA [VOTO: 6]

Cucina dai sapori anni Ottanta per un pasto dignitoso, senza pretese, dalla qualità ballerina. Il menu propone esattamente quello che ti aspetti dalla classica osteria: salumi, formaggi, bruschette, insalate, primi e secondi veraci, dolci tradizionali. Immancabili la pasta al pomodoro, la pasta e fagioli, gli sfiziosi spaghetti ajo, ojo e peperoncino impreziositi da pangrattato e pomodoro fresco. In più, alcuni primi di pasta fresca (tagliatelle, gnocchi, agnolottini del plin, trofie, ravioli di magro). Anche tra i secondi poche sorprese (filetto o sottofiletto ai ferri, filetto ai funghi porcini, tagliata di vitello). A questi si aggiungono di volta in volta i piatti del giorno. Nella lista dei dessert tutti i classici: bonet, tiramisu (buono), sorbetti, gelati e affogati. Su tutti, la loro esclusiva: la torta 500.

STAFF [VOTO: 6 ½ ]

Staff gentile ed efficiente, servizio standard.

PREZZI [VOTO: 7]

Il menu completo a prezzo speciale (16 euro) comprende un primo, un secondo con contorno e un dessert. Scegliendo dalla carta, ce n’è per tutte le tasche: gli antipasti oscillano dai 3 agli 11 euro, i primi dai 4 ai 9 euro, i secondi dai 7 ai 20 euro. Dessert tra i 4 e i 5 euro.

PIATTO FORTE

Per gli amanti del cioccolato, imperdibile la torta 500, lontanissima parente della più famosa torta 900.

PIATTO DEBOLE

Le melanzane grigliate sono condite con una ghiotta salsa verde anti-vampiri, ma le fettine sono sottili al limite della trasparenza. Due le strade: fette più spesse o porzioni più generose.

TOILETTE [VOTO: 6]

Pulito, in ordine.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Abolire la panna dai primi piatti.

lunedì 19 maggio 2014

Le Putrelle
Via Valperga Caluso, 11 - Torino
Tel. 011 6599630
Chiuso la domenica


VOTO FINALE: 7+


ATMOSFERA [VOTO: 8]

Ai margini della movida di San Salvario, una trattoria intima, con luci basse, candele sui tavoli, tovaglie a quadretti, alle pareti grandi lavagne con il menu del giorno e immagini della Tour Eiffel in costruzione, una botte gigante all’ingresso, la credenza della nonna in un angolo. Ideale per una cena romantica o per una serata di confidenze tra amici. D’estate, piccolo dehors nel cortile. Armarsi di pazienza per il parcheggio.

CUCINA [VOTO: 7]

La cucina delle Putrelle convince. Nel menu, non troppo elaborato, prevalgono i piatti della tradizione piemontese, a cominciare dagli antipasti: tomini e acciughe al verde, tonno di coniglio grigio di Carmagnola, battuta di carne cruda, vitello tonnato alla maniera antica, flan di stagione con fonduta. Non manca qualche guizzo di fantasia, come l’appetitosa tarte tatin di patate e stracciatella, il lonzino marinato e la carne cruda in tre varianti: acciughe, nocciole, stracciatella. Tra i primi, da provare i tajarin al ragù di coniglio e verdure, così come gli anoli ripieni di borragine con erbette fini e polvere di guanciale. Anche i secondi sanno di Piemonte: tagliata di fassone, gran tonnato con misticanza, capocollo di maiale in salsa di senape e mele. Tra i dolci, nota di merito per il tiramisù servito in tazza e per la tarte tatin. Barbera sfuso di tutto rispetto, ottimo il laurello (amaro a base di alloro) offerto a fine pasto.

STAFF [VOTO: 7]

La qualità del servizio varia a seconda delle serate: a volte è attento e veloce, altre (soprattutto se il locale è pieno) diventa affannoso e lento, ma le ragazze che si alternano ai tavoli sono cortesi e sorridenti.

PREZZI [VOTO: 7]

Conto equilibrato. Con un antipasto, un primo, un dolce e vino sfuso si resta sotto i 25 euro. Il menu degustazione a 19,50 comprende tris di antipasti, primo e secondo del giorno (bevande escluse). I piatti misti, ottima soluzione per assaggiare il meglio degli antipasti, si aggirano attorno ai 10 euro. Il prezzo dei dolci (4 euro) è uno dei più onesti in zona San Salvario, dove locali più pretenziosi fanno pagare un banale tiramisù anche 6 o 7 euro.

PIATTO FORTE

L’insalata russa è fresca, croccante, con una maionese delicata e gustosa. Una delle migliori in città.

PIATTO DEBOLE

Per poter apprezzare un piatto sperimentale come la tarte tatin di patate la porzione dovrebbe essere più generosa.

TOILETTE [VOTO: 8]

Pulita, graziosa, un tuffo nel colore bordeaux.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Un piccolo sforzo organizzativo per evitare che, nonostante il locale semivuoto, alcuni dei piatti proposti nel menu del giorno non siano più disponibili già a inizio serata.

sabato 10 maggio 2014

La Cucina di Lido
Corso Novara 35, Torino
Tel. 011 2075527 - 349 0858594
Chiuso la domenica e il lunedì



 

VOTO FINALE: 6/7

ATMOSFERA [VOTO: 6]

Se Lido fosse a San Salvario, avrebbe la coda fuori dal locale. Invece è in terra di frontiera e per provare la sua valida cucina devi proprio andare a cercarlo. L’atmosfera anonima e l’età media da Villa Arzilla non aiutano. Qui si viene per mangiare (bene) e conversare in tranquillità, non per far colpo sulla nuova fiamma. Oltre alla sala principale, il locale comprende una spoglia stanzetta in fondo alla cucina, che può affascinare chi vuole vedere lo chef all’opera, e un dehors estivo animato da un folcloristico viavai.

CUCINA [VOTO: 7 ½ ]

Onore al merito di Lido Baggiani. La sua cucina è genuina, senza fronzoli, fatta di materie prime fresche assemblate con cura. La carta degli antipasti si divide equamente tra terra e mare: il polpo con le patate (tenerissimo, ghiotto, da non perdere) o la battuta di vitello, la tartare di tonno o il vitello tonnato (fatto come Dio comanda, con la carne ancora rosa e una salsa che richiede accurata scarpetta), le sarde in saor (digeribili nonostante la cipolla) o il flan di carciofi con fonduta. Sia tra i primi che tra i secondi prevale il pesce, a parte eccezioni come gli gnocchi al castelmagno o la tagliata di vitello: gustosi i tagliolini al ragù di pesce (forse solo un po' troppo pepati) così come i ravioli di pescato e lo gnocco al ragù bianco di pesce. A seguire, filetto di dentice in crosta di pistacchio, bocconcini di pescatrice gratinati, cacciucco alla livornese, frittura di calamari, tagliata di tonno (ben condita e così tenera che si taglia con un grissino, lei sì, altro che il suo rivale in scatola). Tra i dolci fatti in casa eccellono il gelato alla crema di marroni e la fantasia millefoglie in coppa a base di crema e fragole. Non mancano i classici come il creme caramel, la tarte tatin (ottima, anche se servita senza panna né gelato) o la torta pere e cioccolato. Ottimi i grissini stirati a mano da Lido.

STAFF [VOTO: 6]

Servizio altalenante spesso affidato ad un solo cameriere che si aggira per la sala con aria smarrita. Ci pensa Lido a scaldare l’atmosfera passando di tanto in tanto tra i tavoli per due chiacchiere con i clienti.

PREZZI [VOTO: 7]

Con un antipasto, un piatto principale, un dolce e un quarto di vino sfuso si arriva a 30 euro. Onesto, se si considerano i prezzi spropositati di altri ristoranti torinesi che si piccano di essere i migliori in fatto di pesce.

PIATTO FORTE

Il gelato alla crema di marroni è una delizia che trovi solo da Lido. Guai a non provarla!

PIATTO DEBOLE

I ravioli di pescato, se pur con un ripieno eccellente, dovrebbero essere tenuti più al dente.

TOILETTE [VOTO: 8]

In perfetto ordine, pulita, spaziosa.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Calibrare i tempi in cucina: succede sovente che il cameriere si presenti con il primo mentre stai ancora gustando l’antipasto. Relax!

giovedì 17 aprile 2014

Ristorante Pizzeria da Peppino
Via Mercanti, 7 H - Torino
Tel. 011 530570
Aperto tutti i giorni dalle 12,00 alle 14,30 e dalle 19,00 alle 22,30
Chiuso la Domenica




VOTO FINALE: 6+

 

ATMOSFERA [VOTO: 6]

Silenzioso come un concerto dei Metallica, intimo come una stazione della metro all’ora di punta, quello di Peppino è un locale pacchiano animato da una squadra di donne di temperamento. Grazie al menu fisso e al conto leggerissimo, attira frotte di turisti, manovali in tenuta da lavoro, impiegati in pausa pranzo, coppie agghindate per lo struscio in centro. Non pensate di andare a far salotto: Peppino è un’esperienza mordi e fuggi. Piacevole, col bel tempo, il dehor su via Mercanti.

CUCINA [VOTO: 6]

Con quei prezzi e quel continuo via vai di avventori non ci si può certo aspettare una cucina da stelle Michelin. Peppino va bene per chi ha fretta e non ha tante pretese, ma non si accontenta di un triste tramezzino da bar. Nel menu, sia quello fisso che quello alla carta, si trova di tutto: pizza al tegamino o al mattone, farinata, primi tradizionali (rigatoni al pesto o al ragù, trofie al pomodoro, gnocchi alla bava, penne all’arrabbiata, spaghetti aglio olio e peperoncino), secondi piatti di carne e di pesce (cotoletta alla milanese, scaloppine, costine ala cacciatora, arrosticini alla griglia, sogliola dorata, salmone ai ferri). I contorni sono trascurabili. Dolci nella media.

STAFF [VOTO: 6]

La velocità del servizio è impressionante. Le cameriere alternano modi cortesi e bruschi sfrecciando tra i tavoli senza darsi (e darti) pace.

PREZZI [VOTO: 7]

Un pasto completo più economico di questo, in centro, non esiste. Il menu a prezzo fisso da € 8,50, proposto tutti i giorni tranne il sabato sera e festivi, comprende primo, secondo, contorno, acqua o vino e coperto.

PIATTO FORTE

I secondi, soprattutto di pesce, sono solitamente più convincenti dei primi.

PIATTO DEBOLE

Sarà per i ritmi serrati, ma in cucina scivolano spesso sulla pasta: o è troppo salata, o è troppo cotta, o è poco amalgamata al condimento.

TOILETTE [VOTO: 6]

Piccola, nel seminterrato, con poco ricircolo d’aria, ma tutto sommato decorosa.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Qualche coperto in meno rilasserebbe l’atmosfera e consentirebbe a chi sta in cucina di dare la meritata attenzione ai piatti.

domenica 6 aprile 2014

Da Cianci Piola Caffe
Largo 4 Marzo 9/b, 10122
Tel. 388 8767003

 

VOTO FINALE: 7+

 


ATMOSFERA [VOTO: 8]

Atmosfera rilassata, pop, spartana, in uno degli angoli più suggestivi di Torino, a due passi dal Duomo. Sempre affollata e rumorosa, Cianci attira il turista in infradito e il fighetto con le Hogan, la comitiva di universitari dal rutto libero e la coppietta. Chi cerca intimità e servizio impeccabile si diriga altrove. Il locale è un buco con arredi rustici e una Mole Antonelliana capovolta appesa al soffitto. D’inverno i tavolini debordano su una veranda riscaldata con stufe a fungo, mentre d’estate si allargano fino ad occupare una larga fetta della piazza. Si consiglia la prenotazione, sempre che qualcuno risponda al telefono. Altrimenti, prepararsi a una lunga anticamera.

CUCINA [VOTO: 7]

Nonostante i ritmi forsennati, la cucina riesce a sfornare a getto continuo piatti invitanti, senza orpelli ma realizzati con ingredienti di qualità. Il menu di impronta piemontese è limitato a pochi piatti. Gli antipasti sono un must: tomini, acciughe al verde, vitello tonnato, flan di verdure, carne cruda, gâteau di patate, giardiniera di verdure e altre prelibatezze locali. Per il primo, la scelta è in genere tra i tajarin e le chicche, da condire con i sughi del giorno (salsiccia zucca e radicchio, ciapinabò porri e gorgonzola, ragù di agnello…). Nelle serate più fredde non manca la pasta e fagioli. Chi preferisce il secondo trova proposte veraci come il coniglio o l’agnello con le patate, la trippa con i ceci, lo stracotto con purea. Per finire in dolcezza, si consigliano la sostanziosa coppa con ricotta mantecata, nocciola, uvetta e cioccolato o la fresca coppa Cianci a base di panna, cioccolato e biscotto, con le fragole d’estate e con il torroncino d’inverno. Non male anche i classici (tiramisù, bonet, panna cotta, bavarese).

STAFF [VOTO: 5]

Servizio sciatto e distratto, affidato a personale giovane non sempre all’altezza di gestire l’allegro caos che regna nel locale. I clienti vengono talvolta trattati in maniera sbrigativa o addirittura rimbalzati senza tante scuse. Da Cianci sanno di poterselo permettere: per ogni cliente perso, ce ne sono altri dieci in coda. È la loro fortuna, ma anche il loro limite.

PREZZI [VOTO: 9]

Il posto ideale per soddisfare il palato con un budget ridotto. Con un antipasto misto, un piatto principale, un dolce, acqua e vino sfuso, si resta sotto i 20 euro a testa. Nel centro storico, un rapporto qualità-prezzo tra i migliori.

PIATTO FORTE

Il mix di antipasti è una girandola di sapori locali da non perdere.

PIATTO DEBOLE

Chi ama il tiramisù con il biscotto ben imbevuto di caffè, qui rimarrà deluso.

TOILETTE [VOTO: 6]

Disordinata ma dignitosa.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Una maggiore cura del cliente, a cominciare dal momento della prenotazione.

lunedì 31 marzo 2014

Trattoria d'Agata
Corso XI Febbraio 6/B
Tel. 011 5214745 – 328 2616354
Orario: dalle 20 alle 23. La domenica aperti anche a pranzo dalle 12 alle 15
Chiuso il lunedì

 

VOTO FINALE: 6/7

 

ATMOSFERA [VOTO: 7]

Piacevole oasi di pace a due passi da Porta Palazzo. Le due sale con le volte in mattoni a vista sono curate e accoglienti, con luci basse e pochi tavoli sistemati a distanza tale da garantire intimità. Nonostante le tovaglie di carta e i bicchieri Ikea, l’atmosfera è formale, più da ristorante che da trattoria.

CUCINA [VOTO: 7]

Una cucina onesta e sincera. Carta esclusivamente a base di pesce e limitata a pochi piatti, di ispirazione sicula con incursioni in altre regioni di mare. Tra gli antipasti si distinguono gli ottimi bocconcini di baccalà impanati e le deliziose polpette di palamita. In alternativa, insalata polpo, finocchi e pistacchi, cozze ripiene, cannolicchi al gratin, carpaccio di spada, couscous gamberi e melanzane. I primi possono spaziare dai ghiotti paccheri con spada agli spaghetti con gamberi e bottarga. Tra i secondi, la ‘mpanata di calamari e gamberi, l’involtino di branzino alla siciliana, o l’imperdibile tagliata di tonno alla piastra con confettura di cipolle rosse. I dolci della casa sono tutti meritevoli. Su tutti, la tarte tatin estiva (con le pesche), il croccante con zabajone e il tris di cannolini siciliani.

STAFF [VOTO: 7]

Personale molto cortese e discreto, sempre disponibile a raccontare i piatti e consigliare i vini, prodigo nel rifornire continuamente acqua e pane. Talvolta il meccanismo del servizio si inceppa e i tempi di attesa si allungano.

PREZZI [VOTO: 6]

Per un cena a base di pesce, i prezzi sono tutto sommato ragionevoli (siamo sui 30-35 euro a testa, se non si eccede col vino). Antipasti tra i 9 e i 13 euro, primi a 11 euro, secondi a 16, dolci a 6 euro. In alternativa, il menu degustazione da 45 euro (tre antipasti, primo, secondo, dolce, zibibbo, caffè). Acqua, pane e bruschettine a volontà, offerti dalla casa.

PIATTO FORTE

Le polpette di palamita o di tonno sono un piacere che non vorresti finisse mai, sia nella versione in umido che nella versione in carpione, servita a temperatura ambiente.

PIATTO DEBOLE

Attenzione alla cottura della pasta! Le pappardelle, proposte alla calabrese con polpo e olive nere, sono gustose ma andrebbero tenute molto più al dente.

TOILETTE [VOTO: 8]

In ordine, pulita.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Brrrrr! Un paio di stufe in più, d’inverno.

mercoledì 26 marzo 2014

Osteria Bistrot del Castello
Via G. Grandi, 30 – Rivoli (To)
Tel: 011-9587648 - 338.9684742 - 334.5865886
Da giugno a settembre chiuso la domenica; da ottobre a maggio aperto anche domenica a pranzo


 

VOTO FINALE: 6+

 


ATMOSFERA [VOTO: 7]

In un vicolo ai piedi del Castello di Rivoli, un bistrot tranquillo, grazioso, elegante, con arredi classici e qualche guizzo di originalità, come il pianoforte bianco incastonato nel soffitto. L’età media è da circolo di bocce, ma può essere un’ideale rifugio anche per giovani coppie in cerca di intimità. Unica nota stonata, il profumo che permea il locale, non proveniente dalla cucina, come ci si aspetterebbe, ma da un erogatore di essenze: totalmente fuori luogo.

CUCINA [VOTO: 6]

La cucina del Bistrot non decolla mai. Le portate, presentate con cura, promettono molto bene, ma non lasciano traccia in fatto di sapori e sensazioni. Il menu spazia dalla terra al mare, con abbinamenti anche originali sulla carta (la carbonara con gli asparagi, la battuta di fassone con le puntarelle di catalogna…). Tra gli antipasti, una ricca insalata di gamberi e carciofi freschi con scaglie di parmigiano condita con limone e un flan di ricotta e radicchio, entrambi gradevoli ma non al punto da strappare l’applauso. Il risotto al lampone e passito di Pantelleria è molto invitante, ma il riso è quasi scotto e privo di un elemento di acidità: il risultato finale ricorda uno yogurt alla frutta. I tonnarelli alle vongole sono impreziositi da un delicato pesto alle cime di rapa, ma anche qui manca qualcosa che solletichi le papille. Con il dolce si recupera: la tarte tatin alle pere è succulenta, in versione con pasta sfoglia anziché brisé. Deludente il dolcetto delle Langhe che accompagna il pasto. Piacevole l’idea del pane carasau all’olio e pepe offerto a inizio pasto. Il pane, presentato in varie forme e contenuti (anche al cioccolato), è fatto in casa.

STAFF [VOTO: 7]

Il titolare, solo a gestire la sala, è serio e professionale. I tempi si allungano un po’, ma la cortesia compensa.

PREZZI [VOTO: 5]

35 euro a testa per un antipasto, un primo, un dolce e mezza bottiglia di vino risultano eccessivi a fronte di una cucina che non convince.

PIATTO FORTE

La tarte tatin in versione pasta sfoglia, servita con panna montata, invita al bis.

PIATTO DEBOLE

Ampi margini di miglioramento sul risotto.

TOILETTE [VOTO: 8]

Raffinata, pulita, con il tocco di classe degli asciugamani in spugna monouso.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

La definizione “osteria” è fuorviante per il cliente, che si aspetta una cucina verace e low-cost. Perché avere paura della parola “ristorante”?

mercoledì 19 marzo 2014


Osteria La Cena coi Fiocchi

Via Spano, 16

Tel. 011 3187993

Chiuso la domenica


VOTO FINALE: 7/8




ATMOSFERA [VOTO: 8]

Il gioiellino che non ti aspetti in una zona periferica della città (Stadio Olimpico). Un’unica sala calda e accogliente, molto curata, dominata dai colori giallo e azzurro, dove niente è lasciato al caso. Sui tavoli allestiti con gusto, belle stoviglie, piantine di spezie e cestini di pane nero e bianco fatto in casa.

CUCINA [VOTO: 7]  

Cucina di sostanza, semplice ma non banale, preparata e presentata con sapienza e servita in porzioni molto generose. Un matrimonio ben riuscito tra Piemonte e Sicilia. Ecco, allora, il vitello tonnato accanto alla spadellata di calamari e mazzancolle, il carpione alla piemontese accanto alle delicate sarde a beccafico (accompagnate da una lussuriosa caponata di melanzane), il flan di porri con fonduta accanto al pesce sciabola al forno. La specialità della casa è la pasta con le sarde, imperdibile, ma il ricco menu propone anche spaghetti alle vongole, strozzapreti astice e aragosta, un buon risotto alla pescatora, gnocchi al ragù di salmone, i classici agnolotti al sugo d’arrosto. Tanto pesce anche tra i secondi: su tutti, uno scenografico fritto misto di baccalà, calamari, gamberi e carciofi. I carnivori trovano le costolette di agnello alla milanese o la tagliata di manzo accanto a proposte più insolite come il camoscio con polenta, le lumache alla parigina con cosce di rana fritte, la trippa alla fiorentina. Contorno ideale, l’insalata di finocchi, arance e cipolla rossa. Anche i dessert sono coi fiocchi: il top è la cassata siciliana, accanto a classici come il bonet e la torta alle mele e ad esperimenti come il tiramisù al mandarino. Su tutti domina lo zabajone caldo preparato al momento, direttamente a tavola, con frusta e paiolo di rame: superlativo! Da tenere d’occhio le serate a tema, come quelle sul salmone selvaggio del Canada o sul bollito misto. Ottimo vino della casa. Menu specifici per vegetariani e intolleranti al glutine.

STAFF [VOTO: 9]

Parole d’ordine: rigore e cortesia. Siamo lontani anni luce dai ristoratori improvvisati delle zone trendy. Questa è gente che conosce il proprio mestiere e lo fa con passione. Agli occhi attenti della titolare non sfugge nulla. La cura del cliente è maniacale e i giovani camerieri sono controllati a vista e ripresi immediatamente in caso di trascurabili défaillance. Tante, piccole inattese coccole: la focaccia fatta in casa e un assaggio di salame offerti prima dell’antipasto, l’invito ad una seconda porzione di zabajone, lo zibibbo a fine pasto e, al commiato, l’omaggio di una piccola pianta agli uomini e di fiori alle donne. Dove si è visto mai?

PREZZI [VOTO: 7]

I prezzi leggermente più alti della media sono a
mpiamente compensati dalla qualità dei piatti e dalle porzioni decisamente abbondanti.

PIATTO FORTE

La cassata siciliana con ricotta di pecora, in versione senza pasta di mandorla e quindi meno stucchevole: da leccarsi i baffi.

PIATTO DEBOLE

Il vitello tonnato segue alla lettera la ricetta classica, ma il risultato è da pranzo di nozze.

TOILETTE [VOTO: 9]

Profumata, pulita e curata. Collutorio e spazzolini monouso a disposizione dei clienti.

CONSIGLIO NON RICHIESTO
Se tenessero aperto la domenica sera, rasenterebbero la perfezione.
 

venerdì 7 marzo 2014

Rosso Piccante

Via Galliari 24/b
Tel. 011 6599323
Aperto tutti i giorni dalle 7.30 alle 24


 

VOTO FINALE: 6 ½

 

ATMOSFERA [VOTO: 7]

A metà tra l’osteria e la bottega di prodotti tipici del Sud, Rosso Piccante è un locale minuscolo, accogliente, informale, che si contende i clienti con i vicinissimi Parin e Coco’s (solo due metri più in là). Pochi tavoli, arredo rustico, scaffali stracolmi di ogni meraviglia della cucina sicula, lucana, pugliese, campana, ma soprattutto calabrese. Musica nazionalpopolare in sottofondo e possibili esibizioni di pizzica e karaoke da parte di comitive alticce. Astenersi coppie in cerca di privacy.

CUCINA [VOTO: 6]

Cucina casereccia dai risultati altalenanti. Gli antipasti sono buoni e abbondanti, anche se non richiedono grandi capacità culinarie: salumi sublimi (su tutti, la soppressata), verdure sott’olio, olive piccanti, bruschette, formaggi stagionati e freschi (ottima la stracciatella). Alcuni primi sono soddisfacenti (i paccheri alla salsiccia), altri decisamente trascurabili (linguine alle sarde, vedi alla voce Piatto Debole). Tra i secondi eccellono le costatine di agnello. Con i dolci va molto meglio: ottimi il gelato di Pizzo Calabro e gli iperglicemici torroncini serviti con crema di pistacchi.

STAFF [VOTO: 6]

Il locale è gestito da un’affabile famiglia che si dà un gran da fare, anche se con modi poco ortodossi. Un briciolo di professionalità in più non guasterebbe.

PREZZI [VOTO: 7]

Restando sotto i 20 euro si portano in pancia un misto di antipasti, un piatto principale (primo o secondo), un dolce, acqua e vino.

PIATTO FORTE

L’antipasto misto di prelibatezze meridionali soddisfa occhi e palato.

PIATTO DEBOLE

Linguine alle sarde insipide, slegate e servite ormai fredde. Ma, soprattutto, dov’erano le sarde?

TOILETTE [VOTO: 6]

Dignitosa.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

La pasta di Gragnano in un locale di impronta dichiaratamente calabrese? Provare i Fileja? O la pasta Gattuso? O il marchio Spighe Dorate

giovedì 27 febbraio 2014

Osteria In Vino Veritas

Via Giulia Di Barolo, 50, 10124 Torino, Italia
Tel. 3470109214
Chiuso la domenica

 


VOTO FINALE: 6+

 

ATMOSFERA [VOTO: 7]

Luci da acchiappo, colori caldi, candele, locandine di vecchi film, gigantografie di calciatori, bottiglie di vino ovunque, alle pareti, sulla testa, nelle nicchie. Il locale è piccolo e molto frequentato (meglio prenotare). D’estate è piacevole cenare nel dehors, sul quel tratto di via Giulia chiuso al traffico, sempre pullulante di universitari tiratardi e musicisti improvvisati.

CUCINA [VOTO: 7]

Cucina mediterranea ruspante per gente di buon appetito e dallo stomaco forte. Gli antipasti sono quelli tipici da vineria (bruschette, salumi e formaggi, burrata, torte salate) con qualche timida variazione come l’insalata di carciofi o la carne cruda (ben condita). Fra i primi, da non perdere la loro specialità, le orecchiette di pasta fresca, preparate quotidianamente, da condire con sugo di polpette, ‘nduja, aglio/olio/acciughe/pangrattato (indigesta ma ghiotta!), pomodoro/basilico/ricotta salata, o con verdure di stagione. In alternativa, lasagnette al ragù d’agnello e carciofi, pappardelle al ragù di cinghiale, agnolotti di castrato o di zucca, zuppa dell’oste. I secondi variano dal brasato al barolo allo stinco con patate, dal bocconcino di cinghiale alle polpette al sugo. Chi non è cresciuto guardando Furia può farsi tentare dalla salsiccia di cavallo al forno. La carta dei dolci include i classici tiramisù, bonet, tarte tatin, e qualche diversivo come la meravigliosa e abbondante crema di zabajone e mascarpone (servita nel barattolo della conserva), il barolo chinato con cioccolato, il vin santo con dolcini. Caffè servito nella moka, per sentirsi a casa.

STAFF [VOTO: 5]

Il personale funziona solo d’inverno e se il locale è semivuoto. D’estate, quando anche il dehors si popola di avventori affamati, l’esperienza può rivelarsi snervante. I tempi di attesa si dilatano a dismisura, il servizio diventa quasi inesistente. Succede di aspettare il dolce per un’ora e mezza (orologio alla mano) o, in una torrida serata con 35 gradi, di ricevere l’agognata bottiglia d’acqua a metà cena. Di recente si è registrato qualche miglioramento, ma la strada è ancora lunga.

PREZZI [VOTO: 6]

Le osterie low cost sono un’altra cosa. Tuttavia, scegliendo con oculatezza, si riesce a stare sotto i 25 euro. Gli antipasti sfiorano anche gli 8 euro, i taglieri sono a quota 12 euro, i primi attorno ai 9-10 euro, i secondi fra i 7 e i 14. Dolci a 5 euro. Non hanno il bancomat (ancora?).

PIATTO FORTE

Il vero piatto forte erano le patate fritte tagliate a rondelle giganti, aromatizzate alle spezie, temporaneamente cancellate dal menu (perché???). In loro assenza, lo scettro va alle orecchiette aglio, olio, acciughe e pangrattato.

PIATTO DEBOLE

Gli agnolotti intristiscono, non per la qualità, ma per la quantità: cinque in tutto.

TOILETTE [VOTO: 5]

Nel cortile. Da minimo sindacale.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Oltre alle migliorie nel servizio, non guasterebbe un ripassino al vocabolario culinario. Sul menu si leggono perle come “ragout”, “tartetin”, “bounet”.

martedì 18 febbraio 2014


Piola da Celso

Via Verzuolo, 40
Tel. 011/4331202
Aperto a pranzo e giovedì, venerdì e sabato sera. Chiuso domenica


VOTO FINALE: 7+

 
 
ATMOSFERA [VOTO: 7]

Una piola autentica, schietta, gioiosa. A due passi dal mercato di corso Racconigi, entri da Celso accolto dal sorriso delle sorelle Elisabetta e Marina e ti senti subito a casa. Un’unica, accogliente sala dominata da un bel bancone traboccante di torte, fiori, souvenir. D’estate, un cortile trasformato in un delizioso dehors che neanche ti par d’essere a Torino. Il posto ideale per chi ha bisogno di essere coccolato nello spirito e nello stomaco. O per chiacchierare, bere, ridere, far baldoria con gli amici.

CUCINA [VOTO: 7]

Cucina casalinga, piatti semplici della tradizione piemontese, di buona qualità. Non a caso una famosa guida ha assegnato a Celso il meritato titolo di miglior piola del 2013. Il menu non esiste. Ti siedi, ordini una caraffa di vino della casa e aspetti che l’allegra famiglia ti rimpinzi di prelibatezze. Si comincia con una sventagliata di antipasti: la proverbiale insalata russa di Elisabetta, le melanzane grigliate con pomodori, olio e basilico, una magnifica carne all'albese, tomini e acciughe con doppia salsa (verde e rossa), i peperoni con salsa tonno e maionese o bagna caoda, il vitello tonnato, la giardiniera. I primi sono serviti in enormi tegami lasciati al centro del tavolo. Un trionfo di agnolotti (indimenticabili con il ragù di carote), gnocchi, tajarin (da bis quelli alle ortiche con sugo al pomodoro e rosmarino). Anche i secondi, tosti e abbondanti, variano continuamente: dagli involtini di pollo ripieni di spinaci e formaggio al vitello in salsa, dal bollito al brasato. In finale, se nel frattempo non sei esploso, i dolci di Elisabetta, adeguati alla stagione: sotto Carnevale trovi le bugie, d’estate le favolose pesche ripiene agli amaretti o il creme caramel, nei mesi freddi la torta di mele, la crostata con la marmellata fatta in casa o il classico bonet.

STAFF [VOTO: 7]

Nella gestione della piola è coinvolta tutta la famiglia. Poche formalità, servizio brioso e veloce. La vulcanica Elisabetta dirige il traffico con piglio e simpatia. La sorella Marina ha sempre un sorriso dolce per tutti. Celso, lo spassoso padrone di casa, s'aggira per la sala a raccontare aneddoti e a "tacchinare" le clienti carine. Le madamine allergiche ai doppi sensi e al linguaggio colorito vadano al Cambio, grazie.

PREZZI [VOTO: 8]

Una cena che lascia satolli e soddisfatti non supera mai i 25 euro. A pranzo si spende ancora meno.

PIATTO FORTE

L’insalata russa di Elisabetta. Mangeresti solo quella, a quintali.

PIATTO DEBOLE

Qualche margine di miglioramento sul bonet, talvolta più simile a un budino in busta.

TOILETTE [VOTO: 7]

D’inverno i freddolosi storceranno il naso perché è nel cortile, ma è sempre pulita e ordinata.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Non ascoltare i detrattori, che li vorrebbero più raffinati nella cucina e nei modi. I posti ruspanti come Celso andrebbero protetti come le specie in via d’estinzione.

domenica 9 febbraio 2014

Cibo Container – Bistrot in Gastronomia

Corso Guglielmo Marconi, 33, Torino
Tel. 011 650 6749
Orario: pranzo dalle 11,30 alle 15, cena dal giovedì al sabato dalle 18,30 alle 22,30
Chiuso la domenica



 

VOTO FINALE: 6/7

 


ATMOSFERA [VOTO: 8]

Locale delizioso (i provinciali direbbero “di design”) a un passo dal Valentino con la doppia veste di bistrot e di gastronomia take-away. Composto di due sale, una con ampio bancone-vetrina e l’altra con una sfilza di tavolini da cenetta a due. Pareti verde-rilassante, soffitti azzurro-cielo, parquet, tavolini-baule molto belli (e molto scomodi). Servizio informale, tovagliette e tovagliolo di carta, menu su lavagnetta. Stranamente deserto di sabato sera (a San Salvario?).

CUCINA [VOTO: 7]

Cucina di buona qualità con menu non particolarmente originale. A scelta dalla vetrina gastronomica o dalla carta. Tra gli antipasti si distingue il vitello al vapore con salsa tonnata, in alternativa a proposte più scontate come il prosciutto crudo con mozzarella o la paglierina di capra alla piastra. I primi sono sostanziosi. Ottimi gli gnocchi al gorgonzola e salvia con retrogusto al lime. Non mancano i tajarin, proposti con il ragu di carne, il risotto, in versione speck e mele, o la passata di verdure per i vegani. Tra i secondi, si va dal filetto di salmone al vapore alle uova al tegamino con riso profumato thailandese, dalla scottata di salsiccia di Bra alla tagliata alla piastra, fino al classico hamburger di fassona con patate al forno. In alternativa, si può scegliere uno dei piatti unici, come la carne cruda battuta al coltello, la bresaola con tomino di capra, la trippa alla parmigiana, la polenta concia o l’insalata Robi impreziosita da semi di zucca, pomodorini, melanzane grigliate, bresaola e paglierina di capra. Sempre che non vi allettino le novità del giorno direttamente dal banco gastronomia, come le polpette di baccalà o gli arancini di riso. Dolci convincenti. Menzione d’onore ai grissini.

STAFF [VOTO: 6]

Accoglienza da minimo sindacale. Cortesi, efficienti, ma pur sempre freddini.

PREZZI [VOTO: 6]

Il conto non è dei più economici. Con antipasto, primo, dolce e calice di vino si sfiorano i 30 euro a testa. I primi viaggiano tra i 7 e gli 8 euro, i secondi non superano mai i 10 euro (a parte la tagliata di fassone, 15), i piatti unici oscillano tra i 6 e i 9, i dolci dai 4 agli 8 euro.

PIATTO FORTE

Indimenticabile la ciotola di crema pasticcera in cui pucciare i biscotti di meliga.

PIATTO DEBOLE

Il baccalà non è un pesce facile da gestire e le polpette, alla fine, risultano stoppose.

TOILETTE [VOTO: 8]

Pulita e graziosa, come tutto il locale.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Qualche sorriso in più e qualche euro in meno (sul conto).

mercoledì 29 gennaio 2014

La Cantina VB

Via delle Rosine, 1
Tel. 011 8174321
Chiuso la domenica



VOTO FINALE: 7/8



 

ATMOSFERA [VOTO: 8]

Alla VB è come essere a cena da amici. L’atmosfera è vivace e informale, il personale cortese e sempre pronto al sorriso. A un isolato da piazza Vittorio, si compone di due sale, una più grande e caotica con classico bancone da bar e ampia vetrata affacciata su via delle Rosine, l’altra più piccola e raccolta, perfetta per gli amanti clandestini. Con il bel tempo, il piccolo dehors brulica di avventori fin dall’ora dell’aperitivo.

CUCINA [VOTO: 7]

La VB offre un’ampia scelta di vini, che è possibile degustare anche al bicchiere. Ma, nonostante si proponga come cantina, il suo vero pezzo forte è la buona cucina a prezzi più che onesti, con porzioni abbondanti e ingredienti freschi e di ottima qualità. Imperdibili la carne all’albese (sempre tenerissima e ben condita), la generosa battuta di fassone, il godurioso gnocco fritto con crudo e crescenza, i plin alla robiola. Tra gli antipasti, curiosa è l’insalata alle tre tome, mentre sono trascurabili le bruschette con tomino e acciughe o al pomodoro. I primi sono per palati forti (gnocchi di patate al raschera, troccoli gorgo e ‘nduja, ravioli ai funghi con castelmagno, agnolotti alla piemontese al ragù di salsiccia…). I secondi variano dalle costolette d’agnello alle polpette della nonna, dal sottofiletto alla piastra alla rustichella di galletto. Su tutti, regna sovrana la grissinopoli (vedi alla voce Piatto Forte).

STAFF [VOTO: 8]

Il titolare è figlio d’arte: sua mamma è la famigerata Brunilde della Maison di Chez Rinoo, ma lui - tranquillizzatevi - è di tutt’altra pasta. La sua efficiente aiutante, Tiziana, ha una dolcezza ruvida che conquista, oltre a forme generose auto-proclamate “Patrimonio dell’Unesco”. Tra un piatto e l’altro si ferma a fare due chiacchiere, una battuta, una risata. E intanto il vino scorre a fiumi.

PREZZI [VOTO: 8]

Tra i locali del centro di Torino, la VB vanta in assoluto il miglior rapporto qualità/prezzo. Con il menu da 16 euro puoi scegliere tra un paio di primi, un paio di secondi e due-tre contorni. In alternativa, il menu esposto su una lavagna gigante propone una varietà di piatti che consentono di cenare senza superare i 20-25 euro garantendosi un antipasto, un primo (o un secondo) e vino in quantità.

PIATTO FORTE

A furor di popolo, la grissinopoli. Una enorme milanese con impanatura a base di grissini sbriciolati. Una vera delizia che, per le sue dimensioni generose e la sua consistenza, è consigliabile gustare da sola.

PIATTO DEBOLE

Le bruschette: rimandate a settembre.

TOILETTE [VOTO: 7]

In ordine, discretamente pulita, spaziosa quanto basta. Infelice la posizione dei tavoli sistemati proprio a ridosso della porta.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

D’inverno non mancano mai le torte classiche, da quella con le mele a quella al cioccolato. D’estate, invece, i dessert latitano. Una coppa di fragole con gelato? Un dolce al cucchiaio semplice semplice, tipo un tiramisù? Una convenzione con la vicina gelateria di Marchetti?

domenica 26 gennaio 2014

Bazaaar

Via Stampatori 9/I (ang. Via Santa Maria) Torino
Aperto a colazione, pranzo, cena

 

VOTO FINALE: 6/7

 





ATMOSFERA [VOTO: 7]

Locale bonsai (tre-tavolini-tre più un tavolone da sei posti) a uno sputo da via Garibaldi, molto colorato, semplice, buono per la colazione, per uno spuntino a pranzo o per una cena informale. Il menu è scritto in pennarello sulla vetrina. D’estate ha il vantaggio di un ampio e tranquillo dehors.

CUCINA [VOTO: 6]

Luci e ombre. In genere la scelta è fra tre/quattro antipasti, un paio di paste fresche, un paio di creme, tre/quattro secondi. Esempi? Tomini al verde, flan di zucca con fonduta, acciughe al verde, carne cruda. Gnocchi alla bava (ben fatti), tajarin con ratatouille di verdure (scotti, slegati, insapori), zuppa di ceci. Tra le creme, molto abbondanti e servite con una pioggia di crostini, quella di castagne e cannella, quella di porri e patate, quella di cavolo rosso. Tra i secondi, salsiccia in umido con polenta, tomino al cartoccio con speck e prugne, pollo al forno. Tra i dolci della casa, gli esterofili possono trovare le celebri cupcakes, ma non aspettatevi le meraviglie della Magnolia Bakery.

STAFF [VOTO: 7]

Cortese e veloce.

PREZZI [VOTO: 7]

Abbordabili. Primi e creme a 7 euro, secondi a 8 euro, antipasti a 6 euro.

PIATTO FORTE

Il mix di antipasti, ottimo spuntino a prezzo contenuto (8 euro).

PIATTO DEBOLE

In Piemonte non è accettabile scivolare sui tajarin. Correre ai ripari, neh!

TOILETTE [VOTO: 7]

Minuscola, pulita.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Evitare l’esposizione di dolci e sandwich – anche per motivi igienici - a ridosso dei tavolini. Una piccola distrazione e si rischia, come accaduto in nostra presenza, di fare strike.

lunedì 20 gennaio 2014


Trattoria F.lli Bravo
Corso Moncalieri, 478 TORINO
Tel. 011 66 10 435
Aperto anche la domenica sera


VOTO FINALE: 8+




ATMOSFERA [VOTO: 9]

La trattoria dei fratelli Ruggero e Diego Bravo trasmette subito calore. Arredata con cura e gusto, si compone di tre sale e, d’estate, di un piccolo dehors sul trafficatissimo corso Moncalieri. Tovaglie a scacchi, candele, fusilli usati come ferma-tovagliolo. Clientela borghese, ogni tanto qualche VIP, atmosfera rilassata e romantica. Con il vantaggio di essere una delle poche trattorie torinesi aperte anche di domenica sera.

CUCINA [VOTO: 8]

Nomen omen. La cucina dei Bravo non delude mai. Materie prime di ottima qualità e preparazione sapiente. Il menu, sempre sfizioso, propone svariati piatti della cucina piemontese accanto a piacevoli incursioni nelle specialità di altre regioni. Si va dal vitello tonnato alla battuta di fassone, dai peperoni con bagna cauda alla zuppa di pesce. Primi invitanti (strozzapreti con pomodorini e salsiccia di Bra, agnolotti di brasato, gnocchi con carciofi e guanciale , troccoli con pesce spada, culurgiones sardi…) e secondi di sostanza (tagliata di manzo, filetto di fassone al pepe, spezzatino di fassone con polenta, orata al cartoccio…). E, per finire, deliziosi dessert come la coppa di crema al mascarpone con fragole e scaglie di cioccolato, il tortino di cioccolato con cuore caldo, i classici bunet, tiramisù, crema catalana, e perfino i gelati di Pizzo Calabro. Per gli amanti del cibo crudo, è possibile scegliere il menu degustazione di carne (15 euro) o il tris di pesce (20 euro). Carta dei vini esaustiva.

STAFF [VOTO: 9]

Supervisionato da Ruggero, che accoglie i clienti con professionalità e savoir-faire, tutto lo staff è squisito: veloce, preciso, cortese e sorridente senza essere lezioso.

PREZZI [VOTO: 7]

Con un antipasto, un primo, un dolce, acqua e un quartino di vino, si sta attorno ai 25 euro. Il menù degustazione a 29 euro ruota settimanalmente, con due assaggi di antipasti, un primo, un secondo e un dolce.

PIATTO FORTE

Il vitello tonnato dei Bravo, nella versione con nocciole, è un must.

PIATTO DEBOLE

Debolezze poche, solo qualche trascurabile margine di miglioramento (vedi alla voce tiramisù).

TOILETTE [VOTO: 8]

Pulita, profumata, accogliente.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Per pietà, stampate il menu del giorno! Eviterete ai poveri camerieri la pena di ripetere ogni cinque minuti la sfilza di piatti del giorno e darete ai clienti la possibilità di districarsi con calma tra le tante proposte.

domenica 12 gennaio 2014

Barnum – RistoBar popolare

Via Saluzzo, 23bis, 10124 Torino
Tel 333 425 4163
orario: Lu-Gio 18:00-02:00; Ve-Sa: 18:00-03:00
Chiuso la domenica.


VOTO FINALE: 6 ½




ATMOSFERA [VOTO: 6]

Il Barnum è per giovani alternativi, o che pensano di esserlo. Con l’eccezione di qualche rasta d’antan, l’età media non supera i 20 anni. Atmosfera da inferno dantesco (pareti rosso fuoco, luci basse, musica Old Wave), clientela eterogenea (secchioni imberbi, fuoricorso punk, coppiette allergiche al romanticismo), allestimento easy (tovaglietta di carta, bottiglie d’acqua di plastica, vino sfuso in caraffa).

CUCINA [VOTO: 6]

Cucina senza voli pindarici con qualità ondivaga. Su alcune cose eccellono (le porzioni pantagrueliche, la freschezza degli ingredienti, il menu che varia a seconda degli arrivi del giorno), su altre talvolta scivolano (la preparazione dei piatti, i condimenti, l’impiattamento). Sforzo creativo limitato al minimo per gli antipasti: burrata con prosciutto crudo, misto di freschi pugliesi (burrata, stracciatella fresca, provola affumicata alla griglia), misto calabro (capocollo, schiacciata, olive condite, nodini di fiordilatte, peperoni ripieni, melanzane sott’olio, ecc.), misto di tomini, caprino fresco con confettura di cipolle di Tropea, salsiccia cruda di Bra con crostini alla ricotta forte. Scarna la scelta di primi (polenta con stracotto al nebbiolo, gnocchi con fonduta di fontina d’Aosta, gli ottimi agnolotti di fassone in sugo d’arrosto con sfilacci di brasato). Maggiore varietà nei secondi, serviti sempre con un contorno: si spazia dal classico pollo al forno allo stracotto al nebbiolo, dalla cotoletta di vitello gratinata alla tagliata di fassone alla griglia. Singolari le polpette vegetariane caramellate al limone, più simili a enormi frittate. Non male i dolci, in genere giocati sulla frutta (torta di mele renette, cheese cake ai frutti di bosco, torta di pesche glassata con cioccolato e cannella…).

STAFF [VOTO: 7]

Personale dall’aria trasandata, genere centro sociale. Servizio senza fronzoli, ma cortese ed efficiente.

PREZZI [VOTO: 7]

Relativamente contenuti, in rapporto alle mega-porzioni. Gli antipasti vanno dai 6 ai 10 euro, se si esclude il misto da 12. Per i primi la spesa è tra i 6 e i 9 euro. I secondi non superano mai i 10 euro. Desserts a costi più che onesti, 4 euro.

PIATTO FORTE

Con lo stracotto al nebbiolo ci sanno fare. Azzeccatissima la scelta di utilizzarlo come ragù alternativo per gli agnolotti.

PIATTO DEBOLE

I contorni andrebbero curati di più. Le melanzane al rosmarino, per esempio, sono sciape, oltre che crude.

TOILETTE [VOTO: 4]

Il minimo indispensabile, sia a livello di arredi che di pulizia. Soffitto e pareti nere non aiutano.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Oltre la bufala c’è di più. Osare!
Al Gufo Bianco

Corso Dante Alighieri, 129, 10126 Torino
Telefono: 011 669 2577
Chiuso il sabato a pranzo e la domenica tutto il giorno.
 

VOTO FINALE: 6 ½







ATMOSFERA [VOTO: 6]

Molto formale, quasi d’altri tempi. Il personale accoglie i clienti alla porta, ripone nell’armadio i loro cappotti, li accompagna al tavolo, indica alle signore gli sgabelli appositamente inseriti tra una sedia e l’altra per potervi sistemare le borse. E poi il tocco di classe: una carta senza prezzi per le signore, accortezza (sessista, diciamolo) che fa gongolare un certo tipo di donna (mobile) e venire il mal di fegato a un certo tipo di uomo (ragno).

CUCINA [VOTO: 7]

Tipica piemontese con qualche piccola digressione sul pesce. Dal flan di topinambur con fonduta al peperone in bagna cauda. Dagli agnolotti ai tajarin. Dalla battuta al vitello tonnato. Ideale l’antipasto misto caldo, per provare di tutto un po’. Da non perdere il carrello dei salumi (ottima la salsiccia cruda) e quello dei formaggi. Tra i primi, si segnalano i ravioli di zucca al burro e amaretti e quelli ripieni di cernia. Per gli stomaci forti, da non perdere il fritto di cervella e carciofi. Chi ama il bollito, invece, faccia un salto il giovedì, da ottobre a marzo, per godere del Gran Carrello di Bollito Misto Piemontese. Buona la selezione di vini.

STAFF [VOTO: 8]

Molto cortese, cerimonioso. Grazie, prego, scusi, mi consenta. Tanti, encomiabili segnali di attenzione al cliente che in molti locali si sono persi. Al punto da sentirsi, talvolta, a disagio. Anche un po’ meno basterebbe.

PREZZI [VOTO: 5]

In tempi di crisi il Gufo Bianco non è certo il locale più indicato. Difficile stare sotto i 40-45 euro mangiando solo un antipasto, un primo (o un secondo) e il dolce.

PIATTO FORTE

Il carrello dei dolci. Tutti, dal primo all’ultimo. Tiramisù, torronata, spuma di zabaione e amaretti, cassata, bunet, gelatina di mandarini, torta Gianduja e tanto altro. Da crisi iperglicemica. Coccole infinite per carenti d’affetto.

PIATTO DEBOLE

Il Gufo scivola proprio su uno dei piatti principe della cucina piemontese, il vitello tonnato: la carne non è rosa dentro (sarà una scelta o un errore?) e la salsa ha quella leggera patina giallastra che si forma quando è preparata (o è stata tenuta scoperta) da un po’.

TOILETTE [VOTO: 8]

Pulita, in ordine.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Abbassare le luci per rendere l’atmosfera più intima. I colori e gli arredi, piuttosto freddi, non aiutano. Tanto vale puntare sugli effetti speciali.